"Ora cerco solo di ritrovare pace e tranquillita'"
Martedi' 20 agosto 2002
Iris Moneta risponde ai cronistiMALPENSA (Varese) - "Dal primo momento in cui ho messo piede in Siria mi sono resa conto che ce l'avrei fatta. Dal primo momento mi sono detta: io prima o poi mia figlia me la porto a casa". Cosi' Iris Moneta, 33 anni, con in braccio la piccola Iman di 2 anni e mezzo finalmente riavuta per sentenza a Tartus in Siria, ha espresso i suoi sentimenti ai giornalisti all'arrivo a Malpensa. Mamma e figlia erano partite poco dopo le 4 del mattino da Beirut. Esito felice per la lunga, dolorosa e complicata esperienza nata da un rapporto fallito con il siriano Khaled Ahmad e dalla fuga dell'uomo in Siria dopo essersi preso la bambina. Ora Iris Moneta ha i capelli biondi, lunghi e sciolti, un vestito bianco. Ha raccontato di non essersi mai arresa: "Non mi sono mai lasciata sconfiggere. E quindi non ho mai voluto ritornare in Italia. Ero sicura delle persone che avevo qui, in Italia, da Bruno Poli al ministro Tremaglia, e dell'ambasciata a Damasco. Mi hanno veramente dato una mano". Mentre la piccola Iman, capelli lunghi neri fermati da piccole mollette a forma di stellina, maglietta rossa, pantaloni bianchi e scalza giocava con i microfoni dei cronisti, Iris Moneta ha ricordato il continuo sostegno morale datole da nonna Giovanna (sua madre) e dall'altro figlio, Aron, 11 anni, avuto da una precedente relazione: "Mia mamma e mio figlio mi hanno dato forza. Al telefono hanno sempre cercato di tirarmi su il morale dicendomi "dai, forza che ce la fai". Si', anche loro mi hanno aiutato tanto". Il suo rapporto con la Siria? "Non faccio di ogni erba un fascio - ha detto la donna -. Come da noi anche da loro ci sono persone positive e negative. Io purtroppo ne ho trovata una che mi ha dato problemi. Io ringrazio anche la Siria che mi ha dato comunque una mano". Iris Moneta si riferiva al T ribunale di Tartus che ha emesso una sentenza definitiva, "affidandomi subito la bambina che e' in tenera eta'". Quanto ai programmi per il futuro, dopo il rientro in Italia, la madre della piccola Iman ha spiegato: "Per ora ho solo bisogno di un gran riposo, di riprendere il mio ambiente familiare. Penso che staro' a casa perche' ho bisogno proprio della mia tranquillita'. Poi c'e' mio figlio che mi aspetta ed anche mia figlia ha bisogno di avere un attimo di relax, di vita normale". Iris Moneta fa la barista a Barzana (Bergamo), paese a pochi chilometri da quello della famiglia di lei, Almenno San Bartolomeo. La donna si e' soffermata poi sulla svolta che le ha consentito di tornare a casa con Iman. "Onestamente al momento non me ne sono resa conto, e' stata una cosa veramente inaspettata", ha commentato sottolineando il risultato dell'operazione diplomatica portata avanti dalle autorita' italiane e dall'ambasciata a Damasco con le autorita' di Siria. "Mi sono affidata a loro - ha continuato - come mi sono fidata di loro fin dall'inizio".
Minori contesi: per Tremaglia sono quasi 500
di Redazione (redazione@vita.it)
19/08/2002
Risolto il caso di Iris Moneta, il ministro Mirko Tremaglia annuncia un "piano operativo che riguarda l'interesse superiore dei bambini, non di un coniuge o dell'altro"
La piu' soddisfatta e' sembrata proprio lei, Iman, la piccola protagonista di questa vicenda di minori contesi fra i genitori che, inconsapevole dell' ''operazione diplomatica'' che l'ha riportata a casa dalla Siria, appena arrivata in Italia non si e' sottratta ai baci, alle coccole di chi l'ha accolta in aeroporto, all'attenzione delle telecamere. Atterrata questa mattina a Malpensa alle 7,23, assieme alla mamma Iris, la bimba, non ancora 3 anni, ha trovato ad accoglierla il ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, e un drappello di cronisti. E accanto alla sua allegria, la felicita' e la soddisfazione per il lieto fine della vicenda nel sorriso e nelle parole di Iris Moneta, 33 anni, la mamma, che da quando l'ex marito, il siriano Khaled Ahmad, le aveva strappato la figlioletta, non ha mai smesso di lottare. Oggi ha pronunciato parole molto chiare, come: ''Ho fatto di tutto per riaverla, faro' di tutto per proteggerla''. Per riavere Iman, Iris sporto denuncia alla Procura di Bergamo, e' volata in Siria abbandonando il lavoro di barista, si e' travestita da donna mediorientale e ha minacciato lo sciopero della fame. ''Dal primo momento in cui ho messo piede in Siria mi sono resa conto che ce l'avrei fatta. - ha detto oggi, stringendo Iman - Fin da subito mi sono detta: io prima o poi mia figlia me la porto a casa'' E cosi' e' stato. Grazie a un'intesa attivita' diplomatica tra governo italiano e siriano e al lavoro ininterrotto di due consiglieri dell'ambasciata italiana, ha ottenuto che le venisse affidata la bimba, e' riuscita a portarla via con se'. Ora manca solo la ratifica, da parte del Tribunale dei Minori di Brescia, del provvedimento dell'autorita' giudiziaria siriana. Il ministro Tremaglia, che ha seguito il caso passo dopo passo, oggi all'aeroporto non ha saputo celare un po' di emozione e commozione per il ritorno della piccola Iman: qualche buffetto e bacio sulle guance della bambina e la confessione di aver pensato a piccoli peluche per lei e a fiori per la madre. Messi da parte i sentimenti, Tremaglia ha poi ribadito che casi come questo ''sono un'indecenza e una vergogna internazionale'': di minorenni contesi, anche tra genitori di Paesi europei, ''ce ne sono centinaia. Di soli casi denunciati se ne contano in Italia forse 500''. Da qui l'annuncio: un piano operativo che riguarda ''l'interesse superiore dei bambini, non di un coniuge o dell'altro''. In pratica la costituzione di un comitato specializzato a fianco della struttura gia' esistente del ministero degli esteri e che si avvarra' della consulenza di Bruno Poli che ha dato un contributo determinante alla soluzione dell'odissea di Iman. Una soluzione naturalmente non gradita al padre della bambina, che ha detto di voler comunque rivedere la figlia ''nel rispetto delle leggi'', ma ha mostrato parecchie perplessita' sulle modalita' dell'esito della vicenda, visto che era in programma un'udienza in Siria per il 24 agosto. E se per il lieto fine della vicenda sono state espresse soddisfazione dalla Farnesina e felicita' da Sonia Renzi, la madre di Martin, l'altro figlio di Khaled Ahmad rimasto per scelta con il padre in Siria, non c'e' stata una particolare partecipazione alla gioia della famiglia Moneta a Barzana, il piccolo centro in provincia di Bergamo dove Iman e mamma Iris sono ritornate. Una certa dose di indifferenza, qualche critica per certe 'rischiose' scelte sentimentali che si ripercuotono sui figli, poca attenzione per il viavai di cronisti, fotografi e cameramen intorno alla palazzina in cui Iris ha cercato di riposarsi con la piccola Iman dopo aver vinto la sua battaglia.
I matrimoni 'misti' e la sottrazione dei minori
Negli ultimi anni, infatti, il nostro Paese e' divenuto destinazione ideale per extracomunitari "di ogni dove", tra i quali molti musulmani. Ovviamente tale presenza ha dato luogo al proliferare di matrimoni "misti", intesi come unioni coniugali tra individui appartenenti a differenti gruppi nazionali (o etnici). Si stima che in Italia se ne celebrino almeno 27.000 all'anno ma, purtroppo, molti di essi non hanno vita facile, principalmente per due tipi di problemi: - di ordine sociale, quali differenti concezioni del ruolo tra sessi, di educazione dei figli o di rapporti con le famiglie di origine; - di ordine giuridico, ovvero problematiche di diritto internazionale privato la cui gravita' si manifesta in particolar modo in occasione di un'eventuale separazione e di affidamento della prole. La "rottura" del rapporto matrimoniale molto spesso culmina, infatti, con l'azione volontaria e unilaterale di uno dei due coniugi di "rapimento" del figlio per nasconderlo e tenerlo con se' in modo permanente. Tale fenomeno e' qualificato come "sottrazione internazionale dei minori" e puo' perpetrarsi in uno dei modi seguenti: A)- trasferimento del minore in uno Stato diverso da quello ove abitualmente vive senza il consenso dell'altro coniuge e in assenza di una decisione giudiziaria autorizzativa; B)- trasferimento avvenuto a seguito di una decisione giudiziaria che aveva concesso l'affidamento del minore all'altro coniuge; C)- trasferimento posto in essere in violazione sia della decisione sull'affidamento che di un provvedimento che espressamente negava la possibilita' per il minore di lasciare il territorio nazionale. Solo nel nostro Paese ogni anno vengono sottratti circa 50 bambini con conseguenti negative e gravi ripercussioni sul bambino sia riguardo alla perdita di una delle due figure genitoriali che al forzato abbandono del contesto socio-culturale nel quale era inserito. Il conseguente scenario che si presenta lascia spazio ad un'opera di "violenza psicologica" del coniuge "rapitore" nei confronti del figlio, avente ad oggetto la demonizzazione dell'altro genitore. Tale atteggiamento irresponsabile crea spesso nel minore la sindrome "PAS" (Parental alienation syndrom) intesa come stato di disprezzo e avversione che il minore prova nei confronti del genitore assente che rappresenta il "male", perche' non si cura di lui in nessun modo, a differenza, invece, dei quello presente che vede come il "bene". Di fronte alla grave portata delle azioni sopra descritte molti Stati si sono attivati con l'intenzione di armonizzare le diverse legislazioni in materia. Il frutto di tale cooperazione internazionale e' rappresentato principalmente dalla CONVENZIONE DELL'AJA del 25 ottobre 1980 sugli "Aspetti civili della sottrazione internazionale dei minori" (ratificata e resa esecutiva dall'Italia con legge 15.1.1994, n. 64), alla quale hanno aderito 64 Paesi tra i quali tutti quelli Europei e Usa, Brasile e Ungheria, e il REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO D'EUROPA del 28 maggio 1998. Entrambi hanno ritenuto illecita la sottrazione di minori attribuendo la competenza a prendere i provvedimenti del caso al Giudice del luogo di residenza abituale del minore, precisando che dopo sei mesi la competenza passa alla giurisdizione della eventuale nuova residenza del minore. Tra le procedure che possono essere attivate per ottenere il rimpatrio del minore sottratto e' utile menzionare: - la denuncia penale contro l'autore della sottrazione; - l'istanza di richiesta di rimpatrio presentata avanti l'Autorita' Centrale presso il Dipartimento Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia. In realta', pero', la normativa sopra richiamata non e' spesso in grado di assolvere in maniera efficace alla propria funzione; ne e' l'esempio il caso "Iman" (la bambina figlia di Iris Moneta e del siriano Khaled Ahmad che l'ha portata in Siria) salito agli onori della cronaca nello scorso mese di agosto. Fortunatamente tale episodio ha avuto un lieto fine con il ritorno nel nostro Paese della piccola Iman grazie all'intervento di un noto esperto "ritrovatore di figli rubati" Bruno Poli, che ha fattivamente collaborato con il nostro Ministro degli Esteri Mirko Tremaglia. Lo stesso Ministro, particolarmente sensibile ai problemi connessi al proprio mandato, ha dato un primo segnale innovativo in tema di matrimoni "misti", annunciando un disegno di legge che attualizzi le problematiche di diritto di famiglia e dei patti internazionali, nonche' la redazione di un documento informativo sui rischi e tutele delle coppie "miste", indirizzato a tutti i Sindaci.
Autore: Alberto Foggia