Tutti i bambini
hanno diritto ad un padre
e una madre.

Diavolo d'un Poli


06/08/2002

Articolo del Resto del Carlino.

Resto del Carlino

Martedi 6 agosto 2002 (Cronaca di Bologna)

“Così rubano i bimbi“

Ha 60 anni, vive sull'Appennino e, in collaborazione con l'avvocato Manuela Tirini, trova bambini rapiti e tenuti nascosti in ogni parte del mondo. Bruno Poli ha iniziato per se stesso, cercando sua figlia Stella che la moglie danese gli ha portato via diversi anni fa. Adesso è diventato il 'missionario dei bambini spariti'. «Io - racconta - faccio quello che dovrebbe fare uno Stato serio e che invece non viene fatto da nessuno. Do gli strumenti, soprattutto giuridici, a chi vuole ritrovare un figlio rapito. Ho imparato tanto dalla mia drammatica lotta, ed è giusto che io mi metta a disposizione degli altri che vivono ora la tragedia da me già vissuta. Sì, in fondo è vero che faccio piccoli miracoli, datemi una settimana e vi trovo un bimbo in ogni parte del mondo...». Poli in pochi giorni ha ritrovato la bimba di Iris Moneta, Iman, e Martin, il figlio di Sonia Renzi. Ha riportato a casa tredici bambini in quattro anni. «Pochi - dice - rispetto a tutti quelli che in Italia sono spariti, almeno quattrocento». A Bologna ha risolto tre casi su sei.

“Riporto a casa i figli rapiti da ogni angolo del mondo“

Bruno Poli tratta con senatori della Repubblica e con il Quirinale stando in piedi sotto una vecchia pianta di 'rusticani' rossi e aspri. Diavolo d'un Poli, consiglia e striglia ambasciatori e intanto sputa un nòcciolo. Tutta sostanza e niente forma, l'uomo. E' un fenomeno di energia questo sessantenne che vive in montagna, quasi nascosto come un eremita, eppure trova bimbi rapiti e tenuti nascosti in ogni parte del mondo. In Siria, Libano, Russia, States... Ovunque. Ha iniziato per se stesso, cercando sua figlia Stella che la moglie danese un brutto giorno gli ha portato via da sotto il naso. Adesso è diventato il 'missionario dei bambini spariti.


Lei, Bruno, fa miracoli...
«Per favore, lasciamo stare i santi... Io faccio quello che dovrebbe fare uno Stato serio e che invece non viene fatto da nessuno. Do gli strumenti, soprattutto giuridici, a chi vuole ritrovare un figlio rapito. Ho pianto tanto per mia figlia sparita, la madre se l'è portata in Danimarca e le ha cambiato nome. L'ho rivista dopo tredici anni... Me l'ha portata via che era un frugoletto di due anni e mezzo appena, l'ho rivista di nascosto che ne aveva quindici, una donnina... Solo un genitore derubato del figlio può capire cosa si prova. Il dolore ti dilania la carne, ti strappa il cuore... Ho fallito per me, Stella è ancora in Danimarca, tredici anni e trentasette processi non mi sono serviti; oggi saprei come fare... Ma ho imparato così tanto da questa mia drammatica lotta che è giusto che io mi metta a disposizione degli altri che vivono ora la tragedia che io ho già vissuto. Sì, in fondo è vero che faccio piccoli miracoli, datemi una settimana e vi trovo un bimbo in ogni parte del mondo...».

Qual è il suo segreto, l'arma vincente...
«Non sono un santo, dicevo, ma neanche un pirla, mica si possono dire certe cose...».

Scusi, ma come diavolo fa a trovare in Libano il figlio di un italiano stando quassù, a Montalto di Montese, sugli Appennini tra Bologna e Modena? Usa il satellite... Avrà pure un metodo...
«Ce l'ho, ripeto, ma resta segreto. Vi do solo un piccolo suggerimento: ricordate che non esiste luogo, in questa dannata terra, in cui un italiano non abbia aperto almeno una pizzeria... Diciamo che il tam tam aiuta».

Lei ci guadagna a ritrovare bimbi?
«Ci vivo, ma non ci faccio i soldi. Altrimenti non vivrei in questa casa e non avrei quella macchina bianca che avete visto là sotto, quella vecchia Golf da extracomunitario. Se il genitore del bimbo mi può pagare mi faccio dare qualche milione di lire, io ragiono ancora in lire, ma spesso e volentieri lo faccio gratis».

Qui attorno la credono un folle...
«Ah ah... Ne ero certo. Ma forse hanno ragione, perché ci vuole un matto a cercare un bimbo in Siria».

In pochi giorni ha trovato la bimba di Iris Moneta, Iman, e ha trovato anche Martin, il figlio di Sonia Renzi. Ma quanti fantasmini ha riportato a casa, lei?
«Tredici in quattro anni, tanti se uno ci pensa... Ma davvero pochi rispetto a tutti quelli che in Italia sono spariti, almeno quattrocento».

E' vero che si occupa anche di tanti bambini rapiti a Bologna?
«A Bologna mi sono occupato, e in parte mi sto occupando, di sei casi. Tre li ho risolti, altri tre mi fanno dannare... Ma io non mollo».

Può dire di più di questi casi?
«I diretti interessati non vogliono pubblicità, vogliono che io lavori in silenzio ed è giusto che la loro volontà venga rispettata. Vi dico però che a Bologna è stata rapita una bimba di soli 59 giorni. Il padre, un imprenditore molto noto anche a livello nazionale, mi ha dato l'incarico e l'ho riportata a casa in tre mesi... Sono il consulente di Cicciolina, con lei e gli avvocati che ho scelto non ho mai perso un processo... Comunque i bimbi bolognesi erano nascosti in Algeria, Brasile, Marocco, Cile, Australia...».

Ma lei fa anche l'avvocato?
«Occhio, che i consigli degli ordini degli avvocati d'Italia mi odiano già abbastanza... Sono gelosi perché io in questo settore ne so più di loro. No, non sono un avvocato, anche se, credete, in fatto di leggi, leggine e stratagemmi per portare a casa un bimbo rapito nessuno ne sa come me. Io, che sono stato consulente dell'ex ministro Livia Turco e dell'Emilia Romagna, affianco gli avvocati. Ne ho provati tanti, ma ne ho scartati perché non erano abbastanza onesti con se stessi da ammettere che gli potevo insegnare qualche cosa. ».

Ma prima di fare l''acchiappabambini', lei, Bruno Poli, che faceva?
«L'imprenditore, facevo scarpe. Avevo una ditta all'estero e una a Bari. Ho venduto tutto per andare in Danimarca e cercare di portare a casa la mia bimba».

E' vero che l'altra notte per salvare Iris Moneta dalle mani del marito siriano che la stava strangolando ha gettato giù dal letto un ambasciatore?
«Vero, ma se è per questo ho minacciato di denunciare la funzionaria di turno che rispondeva al telefono perché non voleva darmi retta. Vi rendete conto? Io le parlavo di una donna che mi aveva telefonato dicendomi in lacrime «mi vuole uccidere, aiutami, Bruno...» e quella dall'ambasciata mi diceva che avrei dovuto richiamare dopo le otto di mattina... Una follia».

Per poter lavorare meglio ha creato un sito su Internet.
«Certo, si chiama 'bambini rubati.org', una finestra aperta sul mondo. Mi contatta gente da ogni parte del pianeta».

Senta, ci riprovo... Un padre che ha una moglie straniera si ritrova senza figlio al mattino. Tutti spariti in casa. Qual è la prima cosa che deve fare? I suoi trucchi, insomma, quali sono?
«La prima cosa che un genitore deve fare è quella, dopo avere rintracciato il luogo ove è nascosto il bambino, di fare subito un telegramma, indirizzato alla moglie o del marito spariti col figlio».

E che ci deve essere scritto?
«Che non è assolutamente d'accordo con il fatto che il figlio resti nel Paese in cui è stato portato e che riporti, immediatamente, il minore a casa».

E i suoi segreti?
«Quelli restano segreti, io devo pur mangiare, no?».


«Il fatto è - ripete all'infinito Bruno Poli - che gli italiani che sposano un cittadino straniero non sanno come difendersi dal rapimento del figlio. Fino a quando c'è l'amore, fino a quando le cose vanno bene, non ci sono problemi, ma quando si litiga e la moglie o il marito straniero decidono di andare all'estero, sono grossi dolori. Perché tu, madre o padre italiano, non sai che in Danimarca, in Russia, in Germania non esisti. Tuo figlio appena nasce ha due passaporti, uno italiano e l'altro no. Per l'Italia il bimbo ha il tuo cognome, regolare, per lo Stato straniero, a meno che tu non intervenga presso le autorità locali competenti, il figlio conserva il cognome del genitore straniero. Così se tu vai in Danimarca a cercare una bimba che si chiama Stella Poli, come mia figlia ad esempio, in realtà non la trovi mai perché non esiste, lei non è più tua figlia. E' una bimba danese e basta, e solo per vederla tu devi trasferirti in Danimarca e convivere con una donna danese. Questo, signori miei, è razzismo. In Italia nessuno sa che esiste la possibilità di mettere nero su bianco, anche all'estero, che quello è tuo figlio e si chiama come te. Così capitano i guai...». E' una polveriera, Bruno Poli, e mentre si infervora e spiega i segreti dei bimbi rapiti a chi gli sta davanti risponde a mille telefonate. L'ultima è del Sindaco di Bergamo che si aggiorna sulla situazione di Iris Moneta e Sonia Renzi, le due madri che in queste ore combattono con la Siria per riportare a casa i loro due figli rapiti dallo stesso uomo, Khaled Ahmad. «La verità - aggiunge Poli - è che ogni Comune dovrebbe informare su molte cose il proprio cittadino che sposa uno o una straniera, ma nessuno lo fa. Io ci ho provato a sensibilizzare il Comune di Bologna, ma né Vitali né Guazzaloca mi hanno mai dato retta. Giuro che al prossimo caso in cui sparisce un bimbo bolognese denuncio il sindaco per omissione d'atti di ufficio».

di Biagio Marsiglia



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