Per l'affidamento conta
la volontà del minore.

Parental Alienation Syndrome (P.A.S.)

SINDROME DA ALIENAZIONE GENITORIALE

Wera Fischer. Psicologa SINSHEIM (RFT)
Richard A. Gardner: The Parental Alienation Syndrome. Creative Therapeutes. Cresskill 1992.U.S.A

Traduzione Dr. Arnaldo Tesi

UN MODELLO DI INTERVENTO PER TRIBUNALI MINORILI, PERITI E SERVIZI SOCIALI MINORILI

L'effetto più tragico del divorzio (o della separazione) è che il bambino perde un genitore. Qualche volta un genitore non può sopportare di rivedere il partner, e scompare completamente dalla vita del bambino. O succede che il bambino che si trova tra due fronti e rifiuta di vedere il secondo genitore. Non raramente il genitore "preferito" cerca di escludere dalla vita del bambino l'altro genitore.
Nasce così nel bambino la sindrome PAS:

il bambino divide i suoi genitori in uno amato (buono) ed in uno presunto odiato (cattivo)

La separazione dei genitori, per il bambino, significa avere un padre ed una madre che non si amano più. La maggior parte dei bambini sviluppa un conflitto di lealtà: è giusto amare ancora entrambi ? Per potere superare adeguatamente questo conflitto il bambino ha bisogno di entrambi i genitori.

a) Ognuno dei genitori deve trasmettere al bambino l'idea che sia permesso di amare l'altro genitore e che può apertamente dimostrare il suo amore per entrambi.

b) Ognuno dei genitori deve trasmettere l'idea al bambino che e' giusto che egli si rapporti diversamente con l'altro genitore .


La sindrome PAS nasce quando uno dei genitori si serve consciamente o inconsciamente del conflitto di lealtà per influenzare il bambino in modo tale che rifiuti l'altro genitore ed interrompa il rapporto con esso. Per questo motivo si cerca di instaurare, con il bambino, un rapporto di esclusività:

Il bambino ha più bisogno di me / esso dipende esclusivamente da me.

Viene rimosso il fatto che il bambino, per salvaguardare la salute psichica, abbia bisogno di sentirsi legato anche con quel genitore con cui non vive più. Per rafforzare il proprio legame con il bambino, l'altro genitore viene svalutato e rifiutato e cioè come persona estranea:

"Lui/lei e' irresponsabile, un fallito, un bugiardo, impostore e come genitore: non si prende cura di te / non ti capisce / non si preoccupa di te." Al bambino viene trasmesso il messaggio:

che l'altro sia un genitore irresponsabile e perciò non adeguato.

Quando il bambino racconta le sue esperienze con l'altro genitore, il genitore manipolatore giudica queste esperienze banali, insignificanti o pericolose.

In questo modo il bambino impara che e' rischioso e non leale avere vissuto un periodo bello con l'altro genitore.

 

Lo scopo e' trasmettere al bambino l'immagine dell'altro genitore come " non persona " con cui non e' giusto avere rapporti. Al bambino viene chiesto di condividere la propria convinzione e di provare gli stessi sentimenti avversi. Il bambino cerca di venire incontro a queste aspettative, convinto di essere amato e curato dal genitore (manipolatore) se pensa e "sente" come lui/lei e

offre lealtà al genitore manipolatore, rinunciando e rimuovendo le proprie esigenze nei confronti dell'altro genitore.

E' vero che la manipolazione parte da un genitore, ma anche vero che il bambino assume un ruolo attivo: per esempio, distrugge davanti agli occhi del genitore manipolatore lettere o pacchi spediti dal genitore rifiutato. Spesso il bambino sottolinea la sua lealtà verso il genitore manipolatore a tal punto da superare le richieste d'esclusione:

"E' troppo per Peter vedere suo padre/madre pi di una volta al mese" diventa:

"Non voglio rivedere mio/a padre/madre mai più"

Il fatto di non manifestare più sentimenti verso il genitore rifiutato non vuole dire che non l'abbia affatto. Il suo amore verso il padre (o la madre) continua ad esistere, ma viene negato per non perdere il genitore manipolatore. La paura, anche nel bambino, un fattore importante per la nascita della sindrome. E' la paura di perdere questo legame che non " può" essere interpretato come amore.

Al bambino manca la libertà di amare anche il genitore rifiutato. In questo modo al bambino vengono tolte le condizioni necessarie per uno sviluppo sano della personalità. La perdita del secondo legame genitoriale comporta delle limitazioni dello sviluppo della propria identità ed autostima così come della capacità sociale di instaurare/mantenere rapporti sociali e delle sue capacità cognitive.

L'esperienza insegna che quasi tutti i genitori, nella fase di separazione, esprimono dei dubbi relativi alla persona del Partner ed in particolare rispetto alla capacità educativa. Nondimeno esistono " segni chiave" che indicano la presenza della sindrome P.A.S.

 

1. MANCATO SVILUPPO DEL RAPPORTO GENITORIALE

Normalmente le sensazioni come rabbia e risentimento verso l'altro genitore diminuiscono nel tempo. L'immagine del partner precedente diventa di nuovo più realistica perché aumenta la capacità di intravedere le proprie responsabilità per il fallimento del rapporto. Ai genitori manipolatori manca questa capacità. Non hanno compiuto questo passo. Per anni esprimono dei giudizi negativi sull'altro genitore. Spesso viene definito un vigliacco, impostore e distruttore della famiglia senza menzionare i problemi esistiti durante la loro unione od i propri contributi ad essi. La proiezione di colpa post-matrimoniale viene mantenuta nel tempo. Per esempio, al bambino viene trasmesso il messaggio che le limitazioni economiche attuali - di cui soffrono sia il bambino che il genitore educatore - siano volute dall'altro genitore senza mai menzionare le condizioni economiche mutate per entrambi i genitori.

 

2. MALTRATTAMENTO PSICOLOGICO AL BAMBINO

I genitori manipolatori, normalmente, non verbalizzano direttamente e apertamente le riserve che hanno nei confronti dell'altro genitore. Non si rivolgono neanche a consulenti o terapisti per trovare una via di uscita. Al massimo si rivolgono al Tribunale allo scopo di diminuire o anche annullare il numero delle visite dell'altro genitore. Primariamente comunicano al bambino:

"tuo padre/madre non si prende cura di te. Fa delle cose che non sono buone per te. Ti do il cellulare così mi puoi chiamare in qualsiasi momento ed io vengo a riprenderti."

O i bambini vengono coinvolti nella discussione sulla organizzazione delle visite:

" Dì a tuo padre che il film che avete visto insieme la settimana scorsa non ti ha fatto dormire per due notti"

Spesso il bambino viene utilizzato come complice:

" Digli che non ci sono"

Succede spesso che per il giorno previsto per la visita vengano invitati degli amici con cui trascorrere il tempo o gli vengono offerte altre alternative piacevoli per fargli rifiutare l'incontro con l'altro genitore. Entrambe le situazioni rendono più difficile l'efficacia dell'incontro con l'altro genitore.
Il genitore manipolatore strumentalizza il bambino per ridurre le proprie ansie di perdita, per scaricare sensazioni di odio e vendetta nei confronti del partner.

Il danno recato allo sviluppo del bambino non viene percepito, se non, addirittura, tacitamente tollerato.

 

3. MANCANZA DI VOLONTA' DI COLLABORAZIONE E RISOLUZIONE DEI PROBLEMI

I Genitori manipolatori sono convinti che per un bambino sia vantaggioso crescere senza l'altro genitore. Spesso non riescono a trovare neanche un motivo a favore degli incontri del bambino con l'altro genitore odiato. Non e' raro sentire:

"Padri e Madri sono entrambi importanti per l'educazione del bambino, ma questo/a no!"

O viceversa, sostengono che gli incontri sono importanti ma di fatto agiscono per impedirli: per esempio non creano le condizioni adatte che permettono al bambino un cambio non traumatico da una casa all'altra.

Vengono rifiutati gli incontri e discussioni tra entrambi i genitori che permetterebbero una risoluzione dei problemi o una soluzione per liberare il bambino dal conflitto di lealtà. Nonostante il fatto che i genitori manipolatori sostengano che l'altro trascuri il bambino o addirittura ne abusi, non intraprendono nessuna azione per garantire la sicurezza del bambino. Vengono rifiutati anche incontri assistiti da personale professionale perché ritenuti intollerabili dal bambino.

Risultati di inchieste che discolpano l'altro genitore vengono ignorate e non comportano un cambiamento del comportamento. L'unica soluzione accettabile e' la limitazione o l'interruzione totale degli incontri. Si e' conoscenza di casi in cui padri e madri hanno rifiutato l'incontro assistito tra il genitore non affidatario ed il figlio, sostenendo che questi siano troppo pericoloso e, nonostante il parere dei professionisti che avevano escluso qualsiasi prova a carico dell'altro genitore per abusi di vario genere - come sostenuto dal genitore affidatario - essi hanno continuato a comportarsi come se le accuse fossero vere.

 

4. IL RIFIUTO RIGUARDA LA FAMIGLIA ALLARGATA

Vengono rifiutati anche i rapporti tra il bambino e gli altri membri della famiglia dell'altro genitore in quanto ritenuti dannosi. Nonostante l'esistenza di rapporti affettuosi tra il bambino ed i suoi familiari, vengono rifiutati anche i regali o le cartoline che restano senza risposta. Alle chiamate telefoniche, sia il bambino sia il genitore manipolatore reagiscono con fastidio. Nella maggior parte dei casi questo rifiuto viene motivato sostenendo che queste persone cercano di rafforzare il rapporto tra il bambino e l'altro genitore:

"Non voglio piu' vedere i nonni e lo zio perche' mi rimprovera sempre che io non voglio frequentare mia madre (padre)."

 

5. MANIPOLAZIONE DEI PROFESSIONISTI

Il genitore manipolatore persegue lo scopo di distruggere il rapporto tra il bambino e l'altro genitore, perciò non mostra nessuno interesse a collaborare con professionisti per la risoluzione dei problemi; anzi, al contrario, fa parte della sua strategia portare dalla sua parte l'operatore convincendolo del suo giusto giudizio concernente l'altro genitore. Non e' raro che cerchi di influenzare le modalità di comportamento e le procedure degli assistenti sociali e periti. Per esempio, rifiuta la partecipazione al colloquio con l'altro genitore o insiste per essere presente durante gli incontri tra l'altro genitore ed il bambino. In entrambi i casi all'esperto vengono tolte le fonti di informazione più preziose: nel primo caso diviene impossibile osservare il rapporto tra i due genitori, nel secondo l'interazione tra bambino e genitore rifiutato in assenza del genitore manipolatore. Esperti che resistono ai tentativi di manipolazione vengono declassificati o rifiutati. Il rimprovero a loro:

l'assistente sociale non ha capito la personalità dell'altro genitore, non ha capito i suoi trucchi, si è fatto manipolare.

Questa e' la reazione abituale quando i risultati della perizia non soddisfano le sue aspettative e se non si possono interrompere i contatti con i periti, vengono perseguiti con ricorsi di servizio al fine di farli sostituire.

 

6. STRATEGIE PER MODIFICARE NEL BAMBINO L'IMMAGINE DELL'ALTRO GENITORE

a) I genitori manipolatori stringono un'alleanza con il bambino contro l'altro genitore:

"se non vuoi veramente vedere tua madre/padre, conta su di me. Io ti aiuterò per ottenere i tuoi diritti.."

invece di sostenere il rapporto tra il bambino e l'altro.

Essi sono convinti di essere dei buoni genitori quando rafforzano il bambino a non curare più il rapporto con l'altro genitore. L'aspettativa è che l'altro rispetti "la volontà" del bambino. Quando l'altro genitore rifiuta questa "volontà" viene accusato di "mancanza di riguardo" ed "incapacità" nei confronti degli interessi del bambino, ciò diventa, per lui, la causa del comportamento di "rifiuto" del bambino:

"lui non ha riguardo per Peter per questo motivo il bambino non vuole più sapere di lui e non vuole frequentarlo.... io lo posso capire....."

anziché trasmettere al bambino il messaggio che il padre agisce in questo modo proprio perché l'ama.

b) Incertezze processuali vengono interpretate sfavorevolmente per il rapporto tra l'altro genitore ed il bambino. Viene richiesta una osservanza rigida degli orari di visita anziché flessibili, non viene concesso di recuperare le visite perdute, se ciò non viene stabilito dal Tribunale. Appunti di scuola, pagelle e perizie effettuate da medici, educatori, o psicologi non vengono trasmesse all'altro genitore. Non viene neppure informato sugli inviti - normalmente diretti ad entrambi i genitori- per feste scolastiche, gare sportive o spettacoli teatrali. Nelle occasioni che riguardano il bambino l'altro genitore viene ritenuto "persona non gradita". Nella maggior parte dei casi si afferma, senza fornire spiegazioni, che questi incontri in tre siano troppo faticosi per il bambino. Il turbamento del bambino viene causato semplicemente dalla presenza contemporanea di entrambi i genitori, al di là della condotta dell'altro. La stessa condotta viene osservata per feste che richiedono, normalmente, la presenza di entrambi i genitori, per esempio: il primo giorno di scuola, la comunione ecc.... In questo modo al bambino viene trasmesso il messaggio che la presenza dell'altro genitore " disturba" o "rovina" la festa. Lo scopo e' quello di proteggere il proprio rapporto con il bambino a danno dell'altro genitore. Man mano, l'assenza dell'altro genitore mina le basi per continuare un rapporto genitore-bambino soddisfacente.

c) Il genitore manipolatore percepisce sempre come " troppo veloce" l'allargamento del rapporto tra il bambino ed il genitore rifiutato, indipendentemente dalla lentezza reale con cui lo costruisce. Viene comunque incolpato l'altro genitore per le difficoltà derivanti dalla separazione manifestate dal bambino. L'argomento è:

frequentare il padre (madre) non fa bene al bambino; esso diventa insicuro, il bambino ha bisogno di tempo e di tranquillità per abituarsi alla nuova situazione

L'esigenza e' di ridurre (temporaneamente) o interrompere i contatti finché il bambino si e' abbastanza stabilizzato psicologicamente, solo dopo potrà, nel caso, rivedere l'altro genitore. Viene ignorato il fatto che sono proprio i contatti mancati a rendere insicuro il bambino ed a turbarlo. Vengono rifiutate le vacanze ed i pernottamenti con l'altro genitore. Il rifiuto viene motivato sostenendo che il bambino non riesce a tollerare a lungo una separazione dal genitore-educatore, trascurando semplicemente il fatto che si pretende dal bambino che, comunque, non veda l'altro. Le festività vengono dichiarate come troppo importanti perché il bambino le trascorra con l'altro genitore. Vengono rifiutati compromessi del tipo:

quest'anno Peter trascorre la notte di Natale col padre, il prossimo anno con la madre.

Con queste strategie al bambino viene trasmesso il messaggio che l'altro genitore

"non ha importanza per te".

d) Vengono dichiarati come indesiderati e come fattori di disturbo per la nuova vita familiare tutti gli sforzi del genitore rifiutato per mantenere il contatto col bambino, le sue telefonate, i suoi tentativi di motivare il bambino a visitarlo. L'altro genitore diventa "agitatore" e " perturbatore": e' lui responsabile per i "problemi" della nuova famiglia, ne impedisce lo sviluppo tranquillo:

"Ah, tutto andrebbe liscio, se lui/lei non continuasse a disturbarci"

Le telefonate arrivano sempre al momento inopportuno: il bambino sta appena cenando o sta guardando il suo film preferito. Qualsiasi attività del bambino assume più importanza che la cura del rapporto con l'altro genitore. Comunque, la stessa cosa non vale se a chiamarlo sono gli amici.

e) Normalmente i genitori si ritengono abbastanza capaci di spingere i bambini ad impegnarsi in cose da loro ritenute importanti. Il genitore responsabile ed attento alla salute psicofisica del bambino lo sostiene nel mantenimento del rapporto con l'altro genitore, anche quando non e' dell'umore adatto per farlo e non tollerano nessuna incongruenza o scuse facili tipo:

"le visite in ospedale sono noiose, capisco che Peter non abbia voglia di visitare il padre/madre finché è ricoverato"

e non permettono la maleducazione nei confronti dell'altro genitore. Normalmente, invece, i genitori manipolatori assumono un atteggiamento indifferente quando i figli si comportano male nei confronti dell'altro genitore:

Peter sa appunto cosa deve pensare di suo padre/madre.

In questo modo al bambino viene trasmesso il messaggio:

tuo padre/madre persona della quale non bisogna avere rispetto

Il genitore manipolatore spesso assume delle posizioni di neutralità rispetto alla osservanza delle regole stabilite con l'altro genitore:

"Peter può andare quando vuole. Però non vuole venire......"

Un messaggio che trasmette al bambino:

..che non e' necessario tenere conto delle regole stabilite con tuo padre/madre.

Lo stesso genitore non tollererebbe mai un atteggiamento di questo tipo nei confronti di amici di famiglia.

6) Gli sforzi del genitore rifiutato di assicurare la continuazione del rapporto con il figlio, insistendo sull'osservazione delle ore di visita stabilite, spesso raggiunte attraverso il Tribunale, vengono considerati, dal genitore manipolatore, come vessazioni. Col tempo anche il bambino impara a considerarle come tali. Il comportamento del genitore rifiutato viene considerato come

"privo di sentimento" , " senza cuore" ed " egoistico"

nei confronti del bambino:

"Non sa neanche cosa fa al suo bambino citandolo in continuazione in Tribunale. Insiste sul suo diritto e non e' capace di fare compromessi. Non ha nessuna capacità empatica per suo figlio, nessuna intuizione di cosa Peter ha veramente bisogno"

Il bambino riceve il messaggio:

"al posto tuo non mi affiderei ad una persona talmente egoista e senza riguardo per i tuoi interessi e sentimenti"

Anziche' rassicurarlo che l'altro genitore vuole stare insieme a lui. Anche l'affermazione:

"devi visitare tuo padre altrimenti saremo citati in Tribunale"

non contiene nessun messaggio positivo per il mantenimento del contatto. L'unico motivo per cui il bambino deve recarsi dal padre e' quello di proteggere se stesso e la famiglia dalle presunte conseguenze negative.

7) Nessuno conosce così bene i lati deboli di una persona come un ex marito ( moglie) o compagno/a. I genitori manipolatori sfruttano questo sapere (consciamente o inconsciamente) per scatenare delle reazioni emotive forti in presenza del bambino. Lo scopo di dimostrare al bambino la "debolezza caratteriale" dell'altro. Provocare l'altro genitore, in presenza del bambino, accennando a dei conflitti carichi di emozioni, e' normalmente il metodo più efficace per trasmettere al bambino:

"non dovresti intrattenerti con una persona cosi' irascibile, che perde cosi' facilmente il suo autocontrollo. Sarebbe meglio non esporti ad un pericolo tale"

8) I genitori manipolatori rinnegano l'importanza dell'altro genitore a tutti i livelli. Fanno di tutto per creare un'atmosfera priva di qualsiasi ricordo dell'altro, come se non fosse mai esistito. O non parlano affatto dell'altro genitore o lo fanno in termini squalificanti. Non esistono più foto o oggetti che potrebbero farlo ricordare. Regali ricevuti devono essere riconsegnati dal bambino al padre rifiutato o ignorati. La segreteria telefonica serve a selezionare le sue telefonate. Se capita di incontrare il genitore rifiutato, il genitore cerca di evitare qualsiasi contatto (anche il contatto visivo). Il messaggio non verbalizzato e':

"non guardare, fai finta di non averlo/a visto/a"

Il risultato non e' soltanto l'esclusione dell'altro genitore ma al bambino viene anche segnalato:

tua madre/padre e' una persona talmente cattiva che non si deve neanche parlarne.

Dopo la separazione o dopo un nuovo matrimonio spesso si tende a cambiare il nome al bambino, imponendo o quello della madre o quello del nuovo marito. Il messaggio che ne ricevono i bambini :

Non e' desiderabile portare il nome dell'altro genitore.

Spesso il nome del padre viene vissuto, da parte della madre, come una continuazioni dei ricordi che debbono essere rimossi.

9) Al genitore rifiutato non viene permesso di entrare in casa. Deve aspettare davanti alla porta. Non e' raro che gli venga chiesto di non presentarsi affatto alla porta di casa, bensì di aspettare in macchina suonando il clacson. Richieste di questo genere sono lecite se in passato si sono verificati degli scontri fisici. Ma i genitori manipolatori ne fanno richiesta, non sulla base di una violenza reale, bensì immaginaria e presunta.

10) I tentativi del genitore rifiutato di vedere suo figlio vengono considerati "egoistici". In realtà non si tratta del bambino bensì di potere soddisfare i propri bisogni "morbosi" indirizzati

a vessare l'altro genitore, per dimostrare il proprio potere

Quando porta il bambino da parenti o amici gli viene rimproverato di non prendersi, da solo, cura del bambino. Quando cerca di vivere una quotidianità insieme al bambino viene criticato di non intraprendere niente e di annoiarlo. Al bambino non viene trasmesso l'idea che è nel suo interesse quando il padre/la madre assieme a lui cura altri rapporti familiari o quando cerca di creare un'atmosfera di quotidianità e normalità anziché di ridurre gli incontri ad un rapporto di visita.

11) Il genitore manipolatore mette in scena scenari di paura privi dello sfondo di esperienze reali. Per esempio: una madre cerca insieme ai suoi figli rifugio in casa per donne maltrattate. I figli sono stati istruiti a fuggire dal loro padre senza che la madre fosse in grado di fornire delle spiegazioni per questo atteggiamento. In altri casi il padre rifiut di fornire alla madre informazioni sul soggiorno del bambino con la spiegazione che esisteva il pericolo che essa lo sequestrasse. In entrambi i casi l'origine sta nella paura del genitore manipolatore di perdere il proprio figlio. Le strategie effettuate, per, trasmettono al bambino il messaggio:

tuo padre/madre e' una persona dalla quale bisogna avere paura, dalla quale devi essere protetto.

 

PROVE PER L'ESISTENZA PAS RILEVABILI DAL COLLOQUIO COL BAMBINO

* Richiedendo al bambino di descrivere sua madre e suo padre e' più che evidente che il genitore manipolatore risulta esclusivamente positivo mentre quello rifiutato solamente negativo. Normalmente un bambino e' in grado di attribuire ad ogni genitore sia dei lati positivi sia negativi. Alla domanda se il bambino si arrabbia (anche) qualche volta con il genitore descritto positivamente segue una negazione. Normalmente, invece, un bambino puo' raccontare numerosi esempi tipo:

Non mi fa guardare certe trasmissioni televisive. O: devo andare a letto anche quando non ne ho voglia.

Bambini affetti da PAS descrivono il genitore manipolatore come una persona quasi perfetta, come colui che

non chiede mai ai bambini cose impossibili.

Viceversa sanno raccontare moltissimi episodi di "vessazione" subite dall'altro genitore. Nella maggior parte dei casi descrivono i tentativi del genitore di incontrarli. Spesso non riescono a raccontare una esperienza positiva vissuta insieme all'altro genitore. Addirittura, esperienze felici e momenti divertenti trascorsi in due, come il bagno fatto insieme, una partita di calcio giocato, fissate su una foto, vengono reinterpretate negativamente dicendo, per esempio:

ho partecipato solamente perché lui/lei, ha voluto così

 

* Se si chiede al bambino perché rifiuta di vedere il padre/la madre, nella maggior parte dei casi vengono elencati dei motivi banali del tipo:

perché debbo sparecchiare la tavola.... o io non ho la mia camera....

Alla richiesta di approfondire i motivi del loro rifiuto verso l'altro genitore gli rimproverano di essere bugiardo, impostore ecc... Quando gli viene chiesto di fare degli esempi concreti, spesso non ne e' capace, ma si riferisce a cose sentite e riferite:

mia madre ha detto che mio padre gli frega i soldi di sostenimento.

Il genitore manipolatore e il bambino fanno riferimento ad episodi identici, li raccontano nello stesso modo. Spesso vengono utilizzate le stesse espressioni per raccontare un avvenimento o scelto la forma plurale "noi":

ci infastidisce. Ci ha abbandonato. Non ci vediamo più.

 

* Utilizzo di argomenti estranei al linguaggio infantile:

non e' abbastanza severo con me sui miei compiti di casa, o: mi vuole adescare in continuazione con nuovi regali e giocattoli.

 

Verbalizzazioni di questo tipo riflettono giudizi espressi da adulti, non esprimono il modo di vivere le esperienze dei bambini.

 

* Siccome i motivi espressi dal bambino si basano su esperienze "per sentito dire" e su valutazioni e giudizi assimilati, il suo linguaggio verbale contrasta con quello non-verbale: per esempio, sorride quando racconta ...

che deve andare dalla madre o descrive delle presunte sofferenze vissute senza una partecipazione emotiva...

continua....... In preparazione.

 

* * *

Guglielmo Gulotta* Professore universitario di "Psicologia Giuridica", Università degli Studi di Torino.

 

Effetti della sindrome P.A.S. a breve e lungo termine sul bambino

Possono essere molto diversi a seconda delle tecniche utilizzate, della loro intensità e durata, delle risorse e dell'età del bambino, del fatto che egli creda o meno a quanto gli viene propinato.

In generale, gli effetti possono essere:

Aggressività

Mancanza di controllo e acting-out

Problemi scolastici

Paura immotivata del genitore bersaglio

Ostilità verso amici, parenti, opinioni, azioni connesse al genitore bersaglio

Confusione emotiva e/o intellettiva

Disordini alimentari, del sonno, dell'attenzione e psicosomatici in generale

Dipendenza emotiva

Bassa autostima

Fobie

Regressione

Eccesso di razionalizzazione

Futuro carattere manipolatorio e/o materialistico

Depressione

Comportamenti autodistruttivi e/o ossessivo-compulsivi

Tossicodipendenza e alcoldipendenza

Problemi sessuali, di identità di genere, relazionali, emotivi

Disturbi dell'identità

Egocentrismo

Narcisismo

Falso S

Nei casi più gravi si rilevano anche sindromi di tipo psichiatrico (es. schizofrenia, psicosi paranoiche)

 

Vedi approfondimento nella pagina "Commento P.A.S"

 

Questo articolo è pubblicato sul sito "WWW.MINORI.IT, che ringraziamo per la gentile possibilità di citazione (l'articolo si trova nel n. 4 dei Quaderni "Pianeta Infanzia").

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